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Posts Tagged ‘benessere’

Marco Bascetta, Il Manifesto, 24 novembre 2015

In guerra, ma senza sapere come combatterla

Muoviamo da una ipotesi non nuova e piuttosto diffusa: Daesh è uno stato e non lo è. Potremmo definirlo un centro di irradiazione, piuttosto o, per così dire, una Mecca ideologico-militare del Jihad. Lo stato islamico interpreta a suo modo, e cioè in una forma violenta e totalitaria, la vocazione antinazionalista dell’Islam, quella che si rivolge alla comunità dei credenti aldilà da qualsiasi frontiera nazionale. Per questa ragione il suo insediamento a macchia di leopardo, dal Medio oriente all’Africa settentrionale e sub sahariana, fino alle periferie delle grandi metropoli europee non costituisce una debolezza, ma una forza.

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Leonardo Becchetti e Mauro Gallegati, sbilanciamoci.info, 25 marzo 2015

Il sistema economico non produce tutta la felicità e il benessere che vorremmo. L’Italia ha fatto importanti passi avanti in questa direzione costruendo con un processo partecipato dal basso il sistema di indicatori del Bes. Ma il problema non è solo quello di costruire statistiche quanto quello di utilizzarle nelle scelte politico-economiche

Il sistema economico non produce tutta la felicità e il benessere che vorremmo e appare particolarmente “inefficiente” da questo punto di vista (basta pensare agli enormi problemi distributivi, ambientali, finanziari e di senso di vita esistenti nelle nostre società). Il problema di fondo per cui questo avviene è che la scala gerarchica dei portatori d’interesse implicita nelle logiche economiche (prima gli azionisti, poi i clienti, per ultimi i lavoratori) è l’opposto di quella ottimale per la nostra felicità (dove la nostra sorte come lavoratori viene prima di quella come consumatori e come azionisti). La radice di questi problemi sta in una concezione “misera” di individuo, impresa e valore che espelle i valori dalla vita economica. Sul valore e sugli indicatori il riduzionismo sta nel considerare il PIl e la sua crescita come sintesi della nostra felicità. Ma la ricchezza delle nazioni non è il PIL ma lo stock dei beni spirituali, culturali, ambientali, relazionali ed economici di cui una comunità inserita su un territorio può godere.

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