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Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

Nazim Hikmet

Io sono comunista
Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
Io sono comunista
Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
Io sono comunista
Perché credo fermamente nell’utopia d’una società giusta.
Io sono comunista
Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
Io sono comunista
Perché credo fermamente che la felicità dell’uomo sia nella solidarietà.
Io sono comunista
Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
Io sono comunista
Perché non credo in nessun dio.
Io sono comunista
Perché nessuno ha ancora trovato un’idea migliore.
Io sono comunista
Perché credo negli esseri umani.
Io sono comunista
Perché spero che un giorno tutta l’umanità sia comunista.
Io sono comunista
Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
Io sono comunista
Perché detesto l’ipocrisia e amo la verità.
Io sono comunista
Perché non c’è nessuna distinzione tra me e gli altri.
Io sono comunista
Perché sono contro il libero mercato.
Io sono comunista
Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell’umanità.
Io sono comunista
Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
Io sono comunista
Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
Io sono comunista
Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
Io sono comunista
Perché troppe poche persone sono comuniste.
Io sono comunista
Perché c’è chi dice di essere comunista e non lo è.
Io sono comunista
Perché lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché non c’è il comunismo.
Io sono comunista
Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
Io sono comunista
Perché mi critico tutti i giorni.
Io sono comunista
Perché la cooperazione tra i popoli è l’unica via di pace tra gli uomini.
Io sono comunista
Perché la responsabilità di tanta miseria nell’umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
Io sono comunista
Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
Io sono comunista
Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.

Nazim Hikmet

Chiara Cruciati, Il Manifesto, 11 maggio 2015

Human Rights Watch pubblica il video delle violenze turche sui rifugiati: ad aprile almeno 5 morti. Altre 48 ore di tregua ad Aleppo, mentre Usa e Russia annunciano un nuovo tavolo internazionale per il 17 maggio.

Faisal chiede aiuto per girare il corpo martoriato dai pestaggi di un rifugiato senza vita: «Questa persona è morta mentre attraversava il confine verso la Turchia. Sai com’è morta? Non per una pallottola, ma per le botte». Lui, siriano, si trova da mesi al confine per aiutare chi scappa dalla guerra. Il video pubblicato lunedì da Human Rights Watch è terrificante: si vedono le guardie di frontiera turche picchiare siriani in fuga, si vedono cadaveri, si sentono le voci di chi è sopravvissuto e ora racconta gli abusi subiti prima per strada e poi nelle caserme.

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Prince non è mai stato uno dei miei musicisti favoriti. Forse sono troppo vecchio, o lo sono i miei gusti (il che è lo stesso) per apprezzare il suo genere. Ma Purple Rain è un brano che ha fatto la storia, questo sì, mi sento di poterlo dire. E allora, in occasione della sua scomparsa, mi va di ricordarlo con questa esecuzione dal vivo del 1983.

Una generazione, o forse due, di grandi musicisti, se ne sta andando e, purtroppo, non se ne vedono sostituti all’altezza.

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Italo Calvino *

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.
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S’io fossi un fornaio
Vorrei cuocere un pane
Così grande da sfamare
Tutta, tutta la gente
Che non ha da mangiare
Un pane più grande del sole
Dorato profumato
Come le viole
Un pane così
Verrebbero a mangiarlo
Dall’India e dal Chilì
I poveri, i bambini
i vecchietti e gli uccellini
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.

Nel tentativo di mettere ordine alle mie idee, qualche mese fa ho aperto un nuovo sito (www.albertosoave.it), con una “NON” linea editoriale lievemente diversa rispetto alla “NON” linea editoriale che finora ho seguito qui. L’intenzione – poi bisognerà vedere se sarà capace di seguire quanto dichiarato, ma questo è un altro discorso – è quella di utilizzare il nuovo blog esclusivamente, o quasi, per articoli scritti di mio pugno, riducendo al massimo la rassegna stampa che qui stava diventando predominante.

Inoltre, sempre da qualche mese, è stato aperto, da me e da altri, il sito www.reteasinistralevantemediolevante.it. Come molti sapranno, alle scorse elezioni regionali della Liguria, quasi tutte le forze della sinistra riuscirono a presentare una lista unitaria. Il progetto, chiamato Rete a Sinistra, avviato nel 2014 prosegue, perché non voleva essere un mero cartello elettorale, bensì un laboratorio di idee con l’ambizione di radicarsi territorialmente e espandersi al di fuori della Regione. Coerentemente a questo disegno, il sito vuole essere lo strumento di comunicazione (e perché no, il catalizzatore di forze) nei due municipi genovesi: il Municipio 8 Medio Levante e il Municipio 9 Levante. Sebbene si tratti di municipi, quindi di unità territoriali “piccole”, dal punto di vista del numero di abitanti stiamo parlando di due realtà che, insieme, rappresentano 120.000 persone e una porzione di territorio piuttosto particolare, che va dal livello del mare a oltre 800 m di quota. Quartieri residenziali, grandi ospedali (San Martino e il Gaslini), buona parte delle scuole medie superiori genovesi, l’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, la Fiera del Mare, la stazione ferroviaria di Genova Brignole, ecc.

Non lasciatevi ingannare dal fatto che i due siti graficamente sono simili. Ho utilizzato lo stesso tema perché lo stavo sperimentando per un sito che, nel frattempo, ho sviluppato per lavoro, quello del Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Escursionismo. In quest’ultimo, dal punto di vista del layout, il tema grafico è stato sviluppato sulla base delle indicazioni del committente. Mancano ancora alcuni dettagli (ad esempio deve essere ridisegnato il logo in intestazione), ma per tutti gli appassionati di escursionismo e di media montagna dovrebbe presto diventare il punto di riferimento sul web. O almeno, così si spera.

Angela Mauro, Huffington Post, 21 marzo 2016

“L’accordo con la Turchia è uno scandalo” e sull’emergenza migranti Tsipras “ha il mio appoggio al cento per cento”. E’ l’Europa che ormai è diventata terra di “Macbeth”, aggiunge “crimine al crimine”, si vuole “trasformare la Grecia in una terra di nessuno” e su questo dovremmo essere tutti insieme: “Io, Tsipras, i socialisti o anche la Cdu…”. E’ un inedito Yanis Varoufakis quello che ci parla seduto ai tavolini di un bar dell’Esquilino. Solita giacca scura con risvolto rosso al collo, jeans, insomma solito look tanto rock e poco formale dei summit europei, l’ex ministro greco è a Roma per la presentazione italiana del suo nuovo movimento, ‘Diem25’ (mercoledì all’Acquario Romano). Con lui la moglie Danae Stratou, Lorenzo Marsili di European Alternatives e gli altri “compagni” che lo stanno aiutando a organizzare l’evento italiano. E poi anche Fausto Bertinotti, che arriva per un saluto del tutto personale, uno dei tanti incontri romani di Varoufakis alle prese con la sua rete italiana.

Yanis Varoufakis

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Luciana Castellina, Il Manifesto, 22 marzo 2016

Tre giorni ad Atene in un convegno assai poco accademico. Un lungo week-end, per un incontro tra partiti e forze sindacali. E l’Europa a capotavola

È quasi impossibile dar conto di un convegno durato tre giorni (sei sessioni, due eventi pubblici, decine di relatori). Un centinaio di partecipanti, un terzo stranieri, promosso da Syriza, dal Partito della sinistra europea, da Transform e dalla «Fondazione Pulanzas»: «Alleanza contro l’austerità e per la democrazia in Europa». Non i soliti esperti delle oscure cose europee, o, almeno, non solo, anche non pochi accademici e però poco accademici.

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Se n’è andato un altro dei grandi del rock degli anni Settanta. Come ha scritto qualcuno su Facebook: “Lassù stanno iniziando a divertirsi parecchio” e ora, a quella band incredibile, si è aggiunto un grande virtuoso dei tasti bianchi e neri.

Per ricordarlo, voglio proporre questa improvvisazione pianistica.

Oggi, la cantautrice americana Joan Baez compie settantacinque anni. Icona della musica di protesta degli anni Sessanta, ha iniziato la sua lunghissima carriera nel 1958, a diciassette anni, al famoso Club 47 di Boston. Famose le sue collaborazioni, in particolare con Bob Dylan.

Non credo possa essere scelta una sola canzone per rappresentarla e così, visto che la sua canzone forse più famosa e sicuramente più evocativa, Where have all the flowers gone, l’avevo già proposta nella doppia versione di Pete Seeger e della stessa Baez, propongo l’ascolto di questa registrazione di un concerto del 1965:

Primo Levi

Abbi pazienza, mia donna affaticata,
Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perchè la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza te.

Paolo Ciofi, 3 marzo 2016

Altiero Spinelli, confinato a Ponza nel giorno del suo trentunesimo compleanno

Le scoperte di Scalfari – è cosa nota – hanno sempre una caratteristica tipicamente scalfariana: devono comunque fare colpo. In altre parole, o sono epocali o non sono. Anche di recente il padre fondatore della libera stampa, cioè di Repubblica, l’ha fatta grossa. Ha scoperto, niente po’ po’ di meno, che Renzi avrebbe impugnato «la bandiera europea di Spinelli». Roba da fare invidia a Cristoforo Colombo, ma di cui il combattente per l’«Europa libera e unita» certamente non sarebbe orgoglioso.

Fino a domenica 28 febbraio 2016 il fondatore credeva «che Renzi fosse andato inutilmente a Ventotene», e adesso «invece – sono parole sue – il messaggio contenuto nel Manifesto firmato da Spinelli, Rossi e Colorni è stato, almeno così sembra, fatto proprio da Renzi». Ma è davvero così? Sembra, o è il contrario di quel che sembra? Analizziamo i fatti.

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Di Michael Snyder

La gente è più stupida di una volta? Le generazioni precedenti erano più acute di noi? Forse è da un po’ che sospettate che la gente stia diventando più stupida, ma ora in effetti abbiamo prove scientifiche che dimostrano che è proprio così.

Come leggerete di seguito, i quozienti intellettivi medi stanno diminuendo in tutto il mondo, i punteggi dei test scolastici statunitensi sono in declino da decenni, e gli scienziati hanno perfino scoperto che i nostri cervelli nel tempo sono diventati più piccoli. Perciò se in alcuni giorni vi sembra di svegliarvi nel bel mezzo del film “Idiocrazia”, forse non siete molto lontani dalla realtà. Molti ingredienti del nostro cibo-spazzatura non beneficiano lo sviluppo celebrale, il nostro sistema educativo è una barzelletta totale, e la maggioranza degli americani sono assolutamente dipendenti da fatui intrattenimenti.

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Marco Cavallo, il grande cavallo blu simbolo dei malati psichiatrici, in visita all’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto

Questa non è una richiesta di fondi e nemmeno una catena di Sant’Antonio. Quello che si richiede è soltanto un minuto di tempo per sostenere la causa dell’Istituto delle Materie e delle Forme Inconsapevoli, un’organizzazione di volontariato che opera all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico di Genova Quarto. Gestisce il Museattivo “Claudio Costa” che raccoglie le opere dei pazienti che svolgono attività di arteterapia, oltre che importanti dipinti e sculture donati da alcuni dei massimi autori contemporanei italiani che, nel corso degli anni, hanno collaborato o stretto amicizia con Claudio Costa. Inoltre, l’IMFI organizza, annualmente diverse attività a sostegno dei pazienti psichici, fra cui attività di danza e di sviluppo della creatività (alcune informazioni le trovate sul sito www.imfi-ge.org).

Come aiutarli quindi? Sul sito di Aviva – Community Fund (https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/vista/540) stanno proponendo una serie di progetti, in competizione fra loro, che possono ottenere fino a 10.000 euro di donazione. Il primo passaggio è quello di raccogliere molti voti espressi dai navigatori Internet, il secondo è quello di ottenere un parere favorevole da parte di una giuria. Cliccando sul link che ho appena indicato si accede alla pagina del progetto dell’IMFI, ci si registra (basta cliccare su “Registrati e accedi” e poi sul pulsante blu “Registrati con Facebook”, esprimere un numero di voti da 1 a 10 (mi raccomando… 10) e il gioco è fatto.

E se l’operazione non andasse in porto? Pazienza, noi ci abbiamo provato e ce l’abbiamo messa tutta e l’IMFI continuerà come prima, stringendo i denti e lottando per sopravvivere.

Un’ultima richiesta: cerchiamo di far diventare “virale” questo messaggio, condividendolo su Facebook, Twitter e con ogni mezzo possibile. Più la notizia gira, più voti si raccolgono.

Moglie e figli di Gramsci

Julya Schucht, moglie di Gramsci, insieme ai figli Giuliano e Delio

Lettera di Antonio Gramsci alla cognata Tatiana Schucht del 19 febbraio 1927. Gramsci si trova a Milano, dopo essere stato al confino a Ustica. 

Trovo che la preoccupazione di Gramsci, che rassicura in merito alla propria salute e si premura di consolare e stimolare la cognata, sia di una tenerezza infinita, così come il narrare la propria quotidianità di carcerato – sicuramente di una monotonia spaventosa per la scansione rigorosa dei tempi, per la ripetitività degli spazi e per l’assurdità di certi regolamenti – senza retorica né vittimismo mostri quale fosse il coraggio morale del leader comunista.

La lettura delle Lettere dal Carcere è sicuramente importantissima per conoscere a fondo l’Uomo Gramsci; ma lo scavare nell’intimità dei suoi sentimenti, dei suoi affetti più profondi, venire a conoscenza delle sue piccole manie e dei suoi bisogni reali mi mette sempre un po’ a disagio. In tempi di esasperata attenzione alla privacy, mi sembra quasi di violare uno spazio personale sacro.

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Come sempre, l’analisi di Marco Bascetta è puntuale e condivisibile. Questa Europa orribile e inumana non è certo l’Europa che venne pensata a Ventotene e nemmeno quella che avevano in mente i vari Monnet, Schumann, De Gasperi, Adenauer. L’Unione si è dimostrata e si dimostra quotidianamente incapace di governare le emergenze e l’unica soluzione che viene prospettata è quella della salvaguardia dell’interesse nazionale (vedi le ultime esternazioni di Renzi), per il quale si chiudono le frontiere, si fanno accordi bilaterali, si attuano politiche estere dissonanti.

Il richiamo all’interesse nazionale è pericolosissimo. L’ho già scritto e lo ripeto. Cosa succede quando due interessi nazionali sono in conflitto? Lascio a voi la risposta fra le diverse possibili risposte.

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Interno della Risiera di San Sabba a Trieste

Nel mio precedente post ho cercato di delineare come certi fenomeni storici eclatanti abbiano una gestazione lenta ma costante.

Credo che questo concetto, oltre ad essere enunciato, vada approfondito. Per farlo, vorrei ricorrere a una ricostruzione cronologica dei fatti – certi e documentati – che si succedettero in Italia durante il fascismo per quanto riguarda le persecuzioni razziali. Questa stessa ricostruzione mi piacerebbe contribuisse a limitare le affermazioni revisioniste e negazioniste che sempre più spesso si sentono e che tendono a voler dare un’immagine dell’Italia e degli italiani vittime inconsapevoli di eventi a loro estranei. A proposito del mito “Italiani brava gente” avevo scritto qualcosa nell’articolo “Rab, la Auschwitz dimenticata dagli italiani“, per cui non torno sull’argomento.

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Di fronte ad alcune decisioni che, proprio in questi giorni, vengono prese in Europa, è persino banale fare un accostamento con le vicende avvenute prima e durante la Seconda guerra mondiale.

Il 27 gennaio 1945, le avanguardie dell’avanzante Armata Rossa arrivarono nei pressi del campo di sterminio di Auschwitz e quello che videro sconvolse quei rudi soldati rotti a ogni esperienza. Per la prima volta, il mondo vide quale orrore era stato perpetrato ai danni di vittime innocenti: ebrei, zingari, omosessuali, disabili mentali, prigionieri politici e delinquenti comuni torturati, sfruttati e sterminati per il loro essere “diversi”.

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