Oggi ho incontrato un’amica genovese che da anni si è trasferita a vivere alle Canarie, così mi è venuta voglia di fare una piccola ricerca e scrivere qualcosa sulla storia di queste isole, delle quali in effetti sapevo soltanto l’ubicazione geografica e il nome del navigatore Lanzerotto Malocello (da cui prende il nome l’isola di Lanzarote) che le scoprì nel XIV secolo.
Ad esempio non sapevo che Lanzerotto (o Lanzarotto) Malocello (o Maloxello) facesse parte di una antica e nobile famiglia genovese, fra le più note per le cariche ricoperte e per aver compiuto imprese memorabili. Non lo sapevo perché, a differenza di altre famiglie – i Doria, gli Spinola, ecc. – i Malocello non hanno lasciato palazzi, chiese, monumenti. O almeno, se esistono queste vestigia, io non ne sono a conoscenza.
Ma soprattutto non sapevo che la scoperta delle isole Canarie andasse inquadrata in un contesto più ampio, ovvero quello di una Repubblica Marinara potente che vedeva piano piano precludersi le vie di comunicazione verso l’Oriente a causa di una concorrenza sui mari sempre più intensa: Venezia, Bisanzio, i Musulmani. E i genovesi, che evidentemente erano attenti al soldo anche allora, cercarono di trovare altre rotte, altre vie per alimentare i propri commerci.
In quegli anni (la nostra storia inizia verso la fine del Duecento), la scoperta della bussola e il grande impulso dato alla tecnica cartografica, avevano fatto sì che si potesse pensare di circumnavigare l’Africa e arrivare così ai ricchi mercati asiatici delle spezie e della seta per via di mare. Anche allora, quello che oggi chiamiamo Medio Oriente, era un’area di grande instabilità politica.
Nella primavera del 1291, i due fratelli Vadino e Ugolino Vivaldi, a bordo di due galee salparono dal porto di Genova alla volta delle Indie e della Cina. I loro concittadini seguirono la spedizione fin quando questa si svolse in acque o lungo le coste conosciute, quasi a voler rimarcare le grandi aspettative che accompagnavano questo viaggio. Ma, a un certo punto della loro spedizione, dei fratelli Vivaldi si persero le tracce e di loro non si ebbero mai più notizie.
Fu così che qualche anno dopo, nel 1312, Lanzerotto Malocello partì da Genova alla ricerca delle tracce della spedizione precedente. E con lui ha inizio la storia moderna delle isole Canarie, poiché approdò nella più settentrionale delle sette isole maggiori che, insieme ad altre due minori, compongono l’arcipelago.
Se vogliamo essere precisi da un punto di vista storico, quella di Malocello non fu una scoperta, bensì una riscoperta, poiché sembra che due popoli antichi di grandi navigatori, ovvero i fenici e i cartaginesi, ne conoscessero l’esistenza. In maniera sommaria, ne parlano Plinio il Vecchio e Claudio Tolomeo e si ritiene che le isole Canarie abbiano dato vita al mito greco del giardino delle Esperidi.
La prima menzione dell’Insula de Lanzarotus Marocellus, l’attuale Lanzarote, risale alla carta disegnata nel 1339 dal geografo medievale Angelino Dulcert nella quale si vede l’arcipelago.
Ma torniamo per un attimo alla storia della famiglia Malocello, perché è piuttosto interessante, così come viene riportata sul sito del Comitato promotore per le celebrazioni del VII Centenario della Scoperta di Lanzarote e delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello (1312 – 2012). Più ufficiale di così…
Lanzerotto Malocello
Nel 1235 Carbone Malocello comandava 12 navi e riuniva a bordo di esse tutti i genovesi di ceuta per esigere da l sultano riparazioni per depredazioni commesse ai loro danni. Una femmina della casata andò sposa nel secolo XIII ad un Giudice regnante ad Arborea. Un Jacopo fu l’ammiraglio genovese che fu sconfitto dai Pisani nel 1241 nella battaglia del Giglio. Nella villa di Pietro Malocello fu avvelenato il doge Simon Boccanegra.
Si tramanda che Lanzarotto Malocello abbia avuto i propri natali in Varazze [e forse è per questo che a Genova non viene abbastanza ricordato, NdR], ove oggi esiste una antica via del centro dedicata al suo nome. Alcuni membri della famiglia presero servizio in Francia come capitani di galee verso il 1340 e, nel tempo,francesizzarono il loro nome in “Maloisel”.
Il francese Charles De la Ronciere, uno dei più grandi esperti e studiosi in materia, rese noto che secondo un documento della Biblioteca Nazionale di Parigi, nell’anno 1659 una famiglia di gentiluomini normanni De Maloisel avrebbe rivendicato al merito di un suo antenato, Lancelot Maloisel, la qualità di primo scopritore delle isole Canarie, attestando che egli sarebbe approdato nel 1312 in un’isola che gli indigeni chiamavano Titeroygatra, nella quale avrebbe vissuto e regnato, avendo residenza in un castello, per oltre venti anni, sino a quando gli stessi indigeni, con l’aiuto dei vicini delle altre isole, non lo avrebbero scacciato.
Anche l’anonimo Frate francescano spagnolo, autore del notissimo “Libro del Conoscimiento” parla di Malocello, asserendo però che questi sarebbe stato ucciso dagli isolani.
Lo sbarco di Lanzarotto Malocello alle Canarie, per tutta una serie di motivi e di considerazioni, prevalenti e maggioritarie tra gli studiosi, puo’ collocarsi temporalmente nell’anno 1312.
Egli, partito da Genova alla ricerca dei coraggiosi fratelli Vivaldi, giunse nell’isola allla quale diede il suo nome,la Lanzarota (oggi Lanzarote), situata a sud della più piccola “Alegranza”, se ne impadronì e, a presidio del proprio dominio e di quello della Repubblica di Genova, vi costruì un castello, di cui due posteriori avventurieri francesi, Juan de Betancourt e Gadifer de la Salle, al loro arrivo a Lanzarote nel 1402, trovarono i resti diroccati.
Come già detto, però, è solo nel 1339 che appare la prima carta che menziona la “Insula de Lanzaroto Marocellus”, mentre più tardi, nel 1367 compare la carta dei fratelli Pizigani con il gruppo delle Canarie quasi al completo e, fatto inedito, sulla Lanzarota è disegnato lo stemma genovese e navi genovesi si notano veleggianti verso il sud.
Il nome di Lanzarotto Malocello e la bandiera genovese, stesa sul suolo in segno di jus di primo scoprimento, da allora in poi, vennero ripetuti su tutti i documenti cartografici che ci sono rimasti, marchio indelebile della scoperta italiana.
Si può ritenere, in proposito, che l’insistenza nella riproduzione dell’emblema di Genova dovesse significare per i cartografi del tempo non solo la priorità della scoperta del Malocello ma anche il segno di possesso o di protettorato politico dello Stato genovese.
Nei secoli successivi le Canarie divennero il crocevia di imbarcazioni provenienti da tutto il Mediterraneo e dalle coste portoghesi e divennero un crocevia per i commerci e per la tratta degli schiavi.
Al di là dell’importanza della scoperta, la spedizione di Malocello fu assai importante per almeno due ragioni:
- infranse il mito delle Colonne d’Ercole, fino ad allora considerate quasi il “confine del mondo”;
- spostando i confini del mondo conosciuto, contribuì ad alimentare la consapevolezza di una rotta verso Occidente, rotta che, poco meno di due secoli dopo, sarebbe stata solcata da un altro celebre genovese, Cristoforo Colombo.
Per concludere, una curiosità, un dato che mi ha colpito (e, se vogliamo essere un po’ polemici, un vero e proprio anacronismo). Le Canarie, come si può vedere dalla cartina sottostante, dal punto di vista geografico appartengono all’Africa, sulla cui piattaforma continentale sono collocate. Ma, poiché dal punto di vista politico sono spagnole, il vulcano del Teide, che si trova sull’isola di Tenerife, con i suoi 3718 metri è il monte più alto della Spagna.
La posizione geografica delle Canarie, di fronte al Marocco meridionale
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