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Posts Tagged ‘José “Pepe” Mujica’

Oggi, Il Fatto QuotidianoPapa Francesco, il vescovo ciellino di Ferrara: “Bergoglio deve fare la fine dell’altro Pontefice”») ha pubblicato un’inquietante articolo su alcune dichiarazioni che riguardano un alto prelato. In sostanza, la campagna di moralizzazione che Bergoglio sta conducendo sembra dare fastidio a qualcuno. E io me ne compiaccio molto.

Con questo non voglio dire che diventerò un assiduo frequentatore delle chiese, ma solo che inizierò a seguire con maggiore attenzione le mosse del Papa e a sostenere, da lontano e silenziosamente, il suo sforzo per umanizzare e avvicinare ai poveri la Chiesa.

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Riporto la breve introduzione (anzi, il prologo) di Pepe Mujica al libro-intervista “La felicità al potere”, Editori Riuniti Int. (2014). Credo che, in poche pagine, riesca a illustrare i problemi della sinistra in Europa e perché, dalle nostre parti, si guardi con tanta curiosità e affetto al Sud America. Penso però che manchi un dettaglio, un qualcosa – che probabilmente Mujica non può dire – che spiega la differenza fra i leader nostrani e quelli dell’America Latina: i nostri si prendono troppo sul serio, danno al proprio ruolo un’importanza esagerata, cosa che né Morales, né Correa, né tantomeno Mujica hanno mai fatto. Un po’ di autoironia (caratteristica che non dovrebbe mai mancare in nessuna situazione della vita) ci si rende più simpatici e umani.

Certo che la descrizione che della situazione europea viene fatta da un osservatore esterno di sicuro distacco e onestà intellettuale è desolante.

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Geraldina Colotti, Il Manifesto, 29 maggio 2015

Avrebbe dovuto essere una visita pri­vata: alla ricerca dei suoi tra­scorsi liguri a Favaro, dove sono nati i nonni. Ma l’agenda dell’ex pre­si­dente uru­gua­yano José Alberto Mujica Cor­dano si è riem­pita subito. E “Pepe” ha avuto ben pochi momenti per godersi l’alternanza di sole e piog­gia di que­sti ultimi giorni, insieme alla moglie Lucia Topo­lan­sky. Una cop­pia inos­si­da­bile di diri­genti poli­tici dai tra­scorsi guer­ri­glieri, rima­sti insieme dai tempi in cui i Tupa­ma­ros ispi­ra­vano il cuore dei gio­vani, nel Nove­cento delle grandi speranze.

“Pepe” Mujica (Lapresse – Vincenzo Livieri, da Il Manifesto)

Il Movi­mento di libe­ra­zione nazio­nale Tupa­ma­ros è stato un’organizzazione di guer­ri­glia urbana di orien­ta­mento marxista-leninista che ha agito in Uru­guay tra gli anni ’60 e ’70. Fon­da­tori e diri­genti — da Raul Sen­dic a Mujica, a Topo­lan­sky a Mau­ri­cio Rosen­cof — hanno pagato con lun­ghi anni di car­cere, ostaggi del regime mili­tare che ha oppresso il paese a par­tire dal golpe del 1973, e che ha con­cluso il suo ciclo nel 1984, con l’elezione del mode­rato Julio Maria Sanguinetti.

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I giovani devono sapere che la vita ti sfugge dalle mani, non puoi andare al supermercato a comprarla. Quindi dovete lottare per viverla e darle un senso.

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Tutti si sorprendono perché vivo con poco, abito in una casa semplice e uso un’auto vecchia? Allora il mondo è impazzito, perché ci si sorprende della normalità.

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Noi politici dobbiamo vivere come la maggior parte della gente, non come la minoranza. Io vivo come il popolo del mio paese.

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Non esiste nessuna dipendenza buona, a eccezione di quella dell’amore.

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Se l’umanità aspira a consumare come uno statunitense medio, non basterebbero tre pianeti per vivere.

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Bisogna allontanare dalla politica le persone che amano il denaro. Sono un pericolo.

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I poveri non sono quelli che hanno poco, ma quelli che vogliono molto.

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Il potere non cambia le persone. Rivela come sono realmente.

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Ieri mattina José Alberto Mujica Cordano – “Pepe” Mujica – ha passato le consegne. Il presidente uruguayano è riuscito, nel corso dei cinque anni del suo mandato, è riuscito a farsi amare e stimare da tutte le sinistre del pianeta. Gli subentra Tabaré Vazquez che appartiene alla stessa coalizione del Frente Amplio, ma ha un profilo più moderato.

Lo stile di Mujica è stato quello di una semplicità disarmante, in forte contrasto con il comportamento dei politici nostrani e forse è proprio per questo che ci risulta così simpatico. Dal punto di vista politico, come è ovvio, ha ottenuto risultati buoni e altri meno buoni. Fra i risultati positivi, spiccano l’aumento dei salari e la riduzione della disoccupazione.

Pepe Mujica nella sua casa

Passa alla storia il discorso che tenne al Summit Rio +20, forse la più nota delle sue performance internazionali e nel quale spiega la sua filosofia. Di sicuro ci mancheranno il suo Maggiolino Volkswagen celeste e la sua cagnetta a tre zampe.

Ieri, La Stampa online riportava dieci sue frasi “celebri”. Ne riproporrò una al giorno per i prossimi dieci giorni.

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Al summit di Rio +20, il presidente dell’Uruguay Mujica, tenne questo storico discorso, ovviamente snobbato dai nostri media.

Tanto per ricordare chi è Mujica, basti dire che dei suoi emolumenti trattiene solo l’equivalente di 485 dollari americani, devolvendone 7500 in beneficenza ogni mese, continuando a vivere in una vecchia fattoria senza nemmeno l’acqua corrente. Si è fatto quattordici anni di carcere per aver fatto parte dei Tupamaros, gruppo combattente per la liberazione del suo paese.

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