Esattamente 151 anni fa, il 29 novembre 1864, si svolse uno dei peggiori massacri nella storia della conquista coloniale dell’America del Nord. Forse non per il numero di morti e feriti, ma per le modalità, particolarmente brutali con cui si svolge: una strage di donne, anziani e bambini pianificato fin nei minimi dettagli.
Sto parlando dell’assalto, da parte dell’esercito degli Stati Uniti all’accampamento di Cheyenne e Arapaho nei pressi del fiume Sand Creek. Un fatto storico che ha ispirato romanzieri (fra cui Salgari, Sulle frontiere del Far West), musicisti (ad esempio Fabrizio de André) e cineasti.
Quello degli indiani d’america fu probabilmente il più spietato sterminio della storia. Un intero popolo, milioni di individui pacifici che vivevano in perfetta simbiosi con il loro ambiente, furono uccisi con diversi mezzi, fra cui la guerra batteriologica, all’unico scopo di impossessarsi delle loro terre e delle risorse in esse contenute. A questo proposito, recentemente, ho deciso di avviare un progetto su Internet, in modo da divulgare il più possibile la storia dei pellerossa, le loro tradizioni e la loro filosofia di vita. Questo progetto, ancora agli albori, si chiama america[N]atives.