Alberto Burgio, Il Manifesto, 10 ottobre 2015
Ci siamo finalmente. Martedì il Senato in grande spolvero voterà senza colpo ferire la propria trasformazione in una nuova Camera delle Corporazioni. Napolitano, Verdini e Barani, padri costituenti, raccoglieranno meritati onori. La legislatura vivrà una giornata palpitante. Ma se ci si potrà commuovere, dirsi sorpresi invece no, non sarebbe sensato. Che si sarebbe arrivati a questo punto si era capito già l’anno scorso, quando il ddl Boschi cominciò la navigazione tra i due rami del parlamento meno legittimo della storia repubblicana.