Primo maggio, festa dei Lavoratori. Qualcuno erroneamente la chiama festa del Lavoro, ma diamo il giusto nome alle cose.
Quest’anno sono tornato a Frisolino di Né dove, da tempo immemorabile, viene organizzata una mangiata collettiva. In uno spiazzo ricavato in mezzo a un prato, coperto da una tensostruttura e con l’enorme spazio cucina in bella vista, ci accoglie un tempo inclemente (purtroppo – mi dicono – è la norma). Ma c’è il popolo, ci sono i comunisti, c’è la sinistra vera, quella che non si arrende, quella che non conosce freddo, pioggia, disagio. La sinistra che ama stare insieme, seduta sulle panche – tanto a parlar di politica ci si scalda uguale… Quella che non importa la bandiera, non oggi, domani si vedrà. Un centinaio di persone, gli eredi di coloro che, mangiando quello che trovavano, su quegli stessi monti salirono per andare a combattere il nazifascismo.